LINGUISTICA LEZIONI 25-48
![]() |
![]() |
![]() |
Titre du test:![]() LINGUISTICA LEZIONI 25-48 Description: LINGUISTICA Date de création: 2021/04/22 Catégorie: Littérature Questions numériques : 160
|




Commentaires |
---|
AUCUN ENREGISTREMENT |
Lezione 025 01. In italiano la posizione prenominale degli aggettivi attributivi. è connotativa. è denotativa. è indifferente rispetto alla posizione postnominale. è più frequente della posizione postnominale. 02. Il tema di una frase. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. è l'argomento principale della frase. è l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, il dato già noto all'interlocutore. 03. Cosa si intende per elemento "anaforico" o "cataforico"?. E' anaforico un elemento di ripresa di quanto già espresso nel discorso, è cataforico un elemento che rimanda alla realtà esterna non espressa nel discorso. E' cataforico un elemento di ripresa di quanto già espresso nel discorso, è anaforico un elemento che rimanda alla realtà esterna non espressa nel discorso. E' cataforico un elemento di ripresa di quanto già espresso, è anaforico un elemento che anticipa quanto si dirà. E' anaforico un elemento di ripresa di quanto già espresso, è cataforico un elemento che anticipa quanto si dirà. 04. Il rema di una frase. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, il dato già noto all'interlocutore. è il punto di partenza della comunicazione e costituisce, dal punto di vista dell'emittente, l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. è l'argomento principale della frase. è l'elemento nuovo che si vuol far conoscere all'interlocutore. 05. In che cosa consiste la tematizzazione?. Nell'anticipazione di un elemento della frase in prima posizione. Nella posposizione di un elemento della frase che dovrebbe stare in prima posizione. Nella messa in evidenza come elemento di avvio della frase di un elemento che, secondo l'ordine sintattico non marcato, non dovrebbe stare in prima posizione. Nella messa in evidenza come elemento di avvio della frase di un elemento nuovo, ignoto all'interlocutore. 06. Qual è la modalità con cui si attua la tematizzazione nella prosa del Passavanti?. Il rema della frase riprende, anche in forma pronominale, il tema della successiva. Il tema della frase riprende, anche in forma pronominale, il rema della precedente. Il rema della frase riprende, anche in forma pronominale, il tema della precedente. Il tema della frase anticipa anche in forma pronominale, il rema della successiva. 07. Qual è il significato stilistico dei periodi che iniziano con E nel brano del Passavanti commentato durante il corso?. corrisponde alla volontà del Passavanti di mantenere, in dipendenza dell'oralità originaria della predicazione, una forte coesione fra periodo e periodo. corrisponde alla volontà del Passavanti di mantenere, in dipendenza dell'oralità originaria della predicazione, una forte coerenzafra periodo e periodo. ha funzione coordinativa. indica la prevalente struttura paratattica del periodo del Passavanti. 08. La prevalente collocazione prenominale degli aggettivi nel Passavanti ha funzione. connotativa. denotativa. corrisponde alla libertà antica della collocazione aggettivale e non ha alcun rilievo stilistico. è determinata dal significato dei singoli aggettivi. 09. Nella frase del Passavanti La quale cosa non poté fare san Piero. abbiamo un esempio di stacco interfrasale. abbiamo un esempio di coniunctio relativa. abbiamo un esempio di connessione sintattica. abbiamo un esempio di anacoluto. 10. Quale fenomeno sintattico ritroviamo nella frase del Passavanti "Del quale novero ci dobbiamo ingegnare d'essere noi peccatori". Un uso improprio del verbo "ingegnare". Estirpazione di iato in "novero". Mancato rispetto della Legge Tobler-Mussafia. Risalita del clitico. 11. Indicate l'affermazione errata. Nel Trecento la desinenza della I persona plurale del presente indicativo -iamo sostituisce per tutte le coniugazioni le desinenze etimologiche. Nel Trecento è normale la forma "el" dell'articolo maschile singolare. Nel Trecento assistiamo ad una iniziale estensione della desinenza -ono della III persona plurale al presente indicativo di tutte le coniugazioni tranne la I. Nel Trecento è ancora costante la forma etimologica in -a della I persona sing. dell'imperfetto. 12. Indicate quale delle seguenti frasi contraddice l'uso della legge Tobler-Mussafia. "e per le tempestose avversitadi e gravi pericoli che ci sono". "Dove si dà ad intendere". "Présela San Piero". "E se si conduce e si guida bene. 13. Individuate la corretta definizione di "denotativo" e "connotativo". Con "connotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) non marcato dello strumento linguistico, limitato all'indicazione del referente reale; con "denotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) marcato, dalpunto di vista retorico, affettivo, espressivo di quello stesso utensile linguistico. Con "denotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) non marcato dello strumento linguistico, limitato all'indicazione del referente reale; con "connotativo" si qualifica un uso (lessicale o sintattico) marcato, dalpunto di vista retorico, affettivo, espressivo di quello stesso utensile linguistico. Indicano rispettivamente l'uso postnominale e prenominale degli aggettivi attributivi. Indicano rispettivamente un uso denotato o connotato degli aggettivi attributivi. Lezione 027 01. La grammatica di Leon Battista Alberti è. una grammatica della lingua degli scrittori più autorevoli della tradizione. una grammatica del fiorentino contemporaneo. una grammatica del fiorentino trecentesco. una grammatica del fiorentino di Dante, Petrarca e Boccaccio. 02. Quale fra questi personaggi non testimonia, con i suoi scritti, l'ampliamento dell'ambito d'uso del volgare nel Quattrocento?. Pier Candido Decembrio. Matteo Palmieri. Alessandra Macinghi Strozzi. Cennino Cennini. 03. La disputa sul latino parlato a Roma si svolse. a Firenze nel 1441. a Roma nel 1476. a Firenze nel 1435. a Roma nel 1435. 04. A determinare la posizione di Leonardo Bruni sulla questione del latino parlato a Roma stava. la convinzione che il volgare fiorentino non avesse una tradizione letteraria. la convinzione che latino e volgare fossero troppo diversi. la convinzione che il volgare fosse privo di una struttura grammaticale. la convinzione che il volgare fosse troppo variegato in Italia dal punto di vista diatopico e che non poteva costituire un modello. 05. Indicate quale delle seguenti affermazioni è falsa. Nel secondo Quattrocento il recupero di prestigio del volgare deve un forte impulso alla figura di poeta e di uomo politico do Lorenzo de' Medici. Nel secondo Quattrocento il prestigio del volgare viene messo ulteriormente in discussione dalla riscoperta della lingua e letteratura greche. Nel secondo Quattrocento il recupero di prestigio da parte del volgare avviene nell'ambito della poesia e della filosofia. Nel secondo Quattrocento la sempre maggiore conoscenza del greco, relativizzando il prestigio del latino, contribuisce ad un recupero di prestigio del volgare. 06. Quale delle seguenti affermazioni è erroneamente attribuita a Leon Battista Alberti?. Rivendicazione dell'esistenza, nella Roma antica, di due lingue distinte usate rispettivamente dagli intellettuali e dal volgo. Scrittura della prima grammatica italiana (Grammatichetta Vaticana). Dichiarazioni esplicite a favore del volgare considerato strutturalmente non inferiore al latino. Organizzazione del Certame coronario. 07. Il tema del latino parlato a Roma fu oggetto di uno scambio epistolare tra due importanti umanisti. Biondo Flavio e Poggio Bracciolini. Poggio Bracciolini e Cristoforo Landino. Biondo Flavio e Leonardo Bruni. Cristoforo Landino e Leonardo Bruni. 08. Quale dei seguenti eventi non contribuì allo studio e alla conoscenza del greco e della letteratura greca in Occidente nel Quattrocento?. Caduta di Costantinopoli (1453). L'insegnamento pubblico del greco. Concilio dell'Unione (1439). La pratica dei volgarizzamenti. 09. In quale nuovo ambito d'uso scritto il volgare del primo Quattrocento conosce un ampliamento rispetto al secolo precedente?. Nello scambio fra dotti europei. Nella trattatistica filologica. Nella trattatistica d'arte. Nell'insegnamento universitario. 10. Quale di queste affermazioni è falsa?. Con l'Umanesimo il latino diventa il principale strumento espressivo in ogni campo della cultura. Nel Quattrocento il volgare viene tendenzialmente relegato alle scritture pratiche e ai generi letterari popolari. Nel Quattrocento il volgare attraversa una fase di crisi. Con l'Umanesimo si diffonde l'idea della superiorità della cultura moderna su quella antica. 11. Nel primo Quattrocento. il volgare prosegue trionfalmente il processo di ampliamento nell'ambito d'uso iniziato nei secoli precedenti. il volgare corrobora l'ambito d'uso conquistato nel Trecento. il volgare subisce un momento generale di regresso nell'ambito d'uso. il volgare entra in aperta competizione e sopravanza l'ambito d'uso del latino. 12. Cosa è il Certame Coronario?. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'invidia da Piero de' Medici a Firenze nel 1441. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'amicizia da Leon Battista Alberti a Firenze nel 1441. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'amicizia da Leon Battista Alberti a Roma nel 1441. Un concorso poetico organizzato sul tema dell'amicizia da Leonardo Bruni a Firenze nel 1441. 13. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. Nella disputa sul latino parlato a Roma Leon Battista Alberti sosteneva che il volgare era nato dal latino la cui purezza e la cui diffusione nell'Impero Romano erano state incrinate dalle invasioni barbariche. Nella disputa sul latino parlato a Roma Leonardo Bruni sosteneva che il volgare era nato dal latino. Nella disputa sul latino parlato a Roma Leonardo Bruni finiva per riconoscere la parità in termini di antichità e in termini di utilizzo fra latino e volgare. Nella disputa sul latino parlato a Roma Flavio Biondo sosteneva che il volgare era nato dal latino la cui purezza e la cui diffusione nell'Impero Romano erano state incrinate dalle invasioni barbariche. Lezione 028 01. Quale dei seguenti fenomeni della morfologia verbale non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. La radice fo- del verbo "essere" si trasforma in fu. La I pers. plurale del presente indicativo esce in -no. Le forme in -ss- del passato remoto di "mettere". La desinenza della III pers. plurale del presente è -ono per tutte le coniugazioni. 02. Indicate quale delle seguenti evoluzioni del fiorentino trecentesco verso il fiorentino quattrocentesco non è corretta. dieci > diece. fossi > fussi. stea > stia. milia > mila. 03. Indicate quale delle seguenti evoluzioni del fiorentino trecentesco verso il fiorentino quattrocentesco non è corretta. dicessette > diciassette. avrò > arò. sia > sea. misi > missi. 04. Riguardo l'ordine delle parole. l'enclisi nella Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese è sovrabbondante. l'enclisi della Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese si adegua alla legge Tobler-Mussafia. l'enclisi della Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese si adegua alla legge Tobler-Mussafia solo all'inizio di principale preceduta da subordinata. l'enclisi della Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese talvolta si adegua ai criteri del cursus. 05. Quale delle seguenti caratterizzazioni non si attaglia alla Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese?. La lingua della Lettera dimostra nei tratti fonetici l'aderenza al fiorentino argenteo. La prosa della Lettera ha come modelli il latino e la tradizione letteraria fiorentina del Trecento. La prosa della Lettera è connotata da citazioni esplicite ed implicite agli autori classici e alla tradizione volgare. La lingua della Lettera dimostra una tenue infiltrazione dei tratti morfologici del fiorentino argenteo. 06. La Raccolta Aragonese fu compilata. nel 1500. nel 1477. nel 1480. ne 1497. 07. Quale delle seguenti affermazioni è falsa?. La Raccolta Aragonese fu inviata da Lorenzo de' Medici a Federico d'Aragona. La lettera che funge da prefazione alla Raccolta Aragonese fu firmata da Angelo Poliziano. La Raccolta Aragonese è un'antologia della poesia toscana dei primi secoli. I compilatori della Raccolta Aragonese vogliono proporre ai contemporanei un modello linguistico-letterario. 08. Quale dei seguenti tratti 'argentei' non è stato accolto dall'italiano?. La riduzione dei dittonghi /wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r. La sostituzione delle forme declinate (glielo, gliela, glieli, gliele) all'indeclinabile gliele. La desinenza -o alla I persona dell'imperfetto indicativo. La desinenza -ono alla III persona del presente e dell'imperfetto indicativo estesa alla I coniugazione. 09. A quali cause sono associate le innovazioni fonetiche e morfologiche rispetto al fiorentino trecentesco che si è soliti definire come "fiorentino argenteo"?. L'emigrazione dei fiorentini in seguito alla Peste nera. L'inurbamento delle popolazioni del contado fiorentino e da altre città toscane in seguito al calo demografico prodotto dalla Peste nera. Il minor prestigio di Firenze nel panorama regionale toscano conseguente alla peste nera. La caduta di prestigio letterario del fiorentino quattrocentesco, che non poteva competere con le Tre Coronedata la scarsa. 10. Quale dei seguenti tratti non è caratteristico del fiorentino del Quattrocento?. l'apocope di -e e -o dopo l, n, r. l'articolo definito maschile singolare el. la velarizzazione di l preconsonantica. la desinenza di III pl. -on(o) invece di -ano. 11. Quale dei seguenti gruppi di fenomeni/forme è ascrivibile alle innovazioni del fiorentino argenteo rispetto al fiorentino del Trecento?. riduzione dei dittonghi wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r e dopo consonante palatale, /skj/ > /stj/, ragghiare > ragliare, fosse > fussi. riduzione dei dittonghi /w./ e /j./ dopo consonante + r, /skj/ > /stj/, ragghiare > ragliare, fosse > fussi, milia > mila. riduzione dei dittonghi wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante + r, /skj/ > /stj/, ragliare > ragghiare, fusse > fossi, mila > milia. riduzione dei dittonghi /wɔ/ e /jɛ/ dopo consonante palatale, /skj/ > /stj/, ragghiare > ragliare, fosse > fussi. 12. La diffusione a Firenze nel Quattrocento dell'articolo maschile "el". fu lenta ma inesorabile, tanto che alla fine degli anni Settanta "el" aveva soppiantato la forma antica. fu lenta ma negli anni Settanta "el", sentito come diastraticamente più connotato, era maggioritario nei testi letterari di carattere comico. fu lenta e non riuscì mai a soppiantare la forma antica; ancora negli anni Settanta "il" è maggioritario rispetto a "el". fu immediata e travolgente, tanto che in poco tempo soppiantò la forma antica "il". 13. Quale dei seguenti fenomeni appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. Riduzione del dittongo palatale dopo elemento palatale. Velarizzazione della -l- preconsonantica. Riduzione del dittongo dopo elemento palatale. Creazione della forma "gli" dell'articolo maschile plurale. 14. Quale dei seguenti fenomeni fonetici non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. L'indeclinabile "gliele" sostituisce le forme declinate "glielo, gliela" etc. Le forme declinate "glielo, gliela" etc. sostituiscono la forma indeclinabile "gliele". L'uscita -que degli indeclinabili perde l'elemento labiovelare. Palatalizzazione dei plurali uscenti in -lli. 15. Quale delle seguenti forme dei numerali non è ascrivibile al fiorentino quattrocentesco. undici. dieci. duo. dua. 16. Quale evoluzione prevede il fiorentino quattrocentesco per una forma come "dunque"?. Dunqua. Donque. Donqua. Dunche. 17. Quale dei seguenti tratti morfologici non è attribuibile al fiorentino quattrocentesco?. Alla forma "sè" di II persona del presente del verbo "essere" si sostituisce la forma "sei". All'articolo "il" si affianca l'articolo "el". Alla forma "avrò" del futuro si sostituisce la forma "arò". Alla forma "aveva" si sostituisce la forma "avea". 18. Quale delle seguenti forme è attribuibile al fiorentino quattrocentesco?. "milia". "dea". "missi. "diece". 19. Quale dei seguenti tratti morfologici non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. Sostituzione della forma analogica in -o alla forma etimologica in -a nella I persona dell'imperfetto. L'uscita in -e dei nomi plurali femminili della III classe latina. La desinenza -orono (o -orno) per la III persona pl. del passato remoto nella I coniugazione verbale. Sostituzione della forma etimologica in -o alla forma analogica in -a nella I persona dell'imperfetto. 20. Quale dei seguenti fenomeni fonetici non appartiene ai tratti innovativi del fiorentino quattrocentesco?. Evoluzione di /w/ iniziale in /vw/. Riduzione del dittongo dopo occlusiva + r. Conservazione del dittongo -AU. Evoluzione di /skj/ in /stj/. 21. Come si spiegano le forme teglia (da TEGULA) e vegliare (da VIGILARE). Con la regolare evoluzione dal latino GL. Come reazione ipercorretta all'innovazione non cittadina che pronunciava migliaio come migghiaio o famiglia come famigghia. Come la penetrazione nella città di Firenze di una pronuncia del contado. Con la confusione fra l'esito volgare di GL e di LJ del latino. Lezione 029 01. Quale di questi poeti non è presente nella Raccolta Aragonese?. Poliziano. Guido Guinizzelli. Dante. Lorenzo de' Medici. 02. Quale dei seguenti tratti non compare nella Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese ed è invece testimoniato nei Detti piacevoli?. l'alternanza nella desinenza -e/-i di III persona del congiuntivo imperfetto. le forme del verbo avere con riduzione del nesso -vr. uscita in -o della I persona dell'imperfetto. l'adozione di lui e lei in funzione di soggetto. 03. Chi ha stabilito che la Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese è di Poliziano?. Arrigo Castellani. Michele Barbi. Carlo Dionisotti. Gianfranco Contini. 04. Indicate quali dei seguenti fenomeni fonetici presenti nella "Lettera proemiale" della "Raccolta Aragonese" non può essere considerato un fenomeno di latinismo. Chiusura in protonia. Conservazione di -AU. Mancato raddoppiamento in "publico" e "abundante". Adesione al timbro vocalico etimologico in "singulare", "sepultura". 05. Indicate quale delle seguenti forme presenti nella "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" non può essere considerato un latinismo lessicale. rozzore 'rozzezza. prossimo 'il più vicino'. intermesso 'interrotto'. uno 'uno soltanto'. 06. "Può" rispetto a "puote". è la variante con apocope sillabica. è la variante con apocope vocalica. è la variante senza epitesi sillabica. è la variante senza epitesi sillabica. 07. Quale dei seguenti tratti non compare nella Lettera proemiale alla Raccolta Aragonese ed è invece testimoniato nei Detti piacevoli?. i latinismi fonetici e lessicali. l'adozione di lui e lei in funzione di soggetto. la forma el dell'articolo. le forme fusti, fussi del perfetto del verbo essere. Lezione 030 01. L'uscita in -uto del participio passato. nel Quattrocento si formò per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere". dal Duecento al Quattrocento si era formata per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere". dal Duecento al Quattrocento si era estesa dai verbi con vocale tematica -U- ad altri verbi, per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere","potere", volere. nel Quattrocento si estese dai verbi con vocale tematica -U- ad altri verbi, per pressione analogica esercitata da ausiliari e verbi modali come "avere", "potere", volere". 02. Quale delle seguenti forme presenti nella "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" non è un francesismo?. Schifare. Masnada. Ruvido. Ostello. 03. Come sono connotati i latinismi lessicali nella Lettera proemiale e nei Detti piacevoli di Poliziano?. I latinismi lessicali della Lettera sono di ambito prevalentemente retorico e di tradizione medievale, mentre quelli dei Detti sono di ambito giuridico-amministrativo ma di tradizione classica. I latinismi lessicali della Lettera sono di ambito prevalentemente retorico e di origine classica, mentre quelli dei Detti sono di ambito giuridico-amministrativo e di tradizione medievale. I latinismi lessicali della Lettera sono funzionali al contesto, mentre quelli dei Detti sono esornativi. I latinismi lessicali della Lettera sono di ambito prevalentemente ufficiale, mentre quelli dei Detti sono di ambito ecclesiastico. Lezione 031 01. Nella "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" l'enclisi. rispetta la legge Tobler-Mussafia. rispetta la legge Tobler-Mussafia solo in posizione assoluta. risponde ad esigenze espressive. risponde ad esigenze prosodiche. 02. Come si comporta Poliziano in relazione alle forme verbali composte (per esempio il passato prossimo)?. Ne esalta l'evidenza, sebbene neo-formazioni volgari, ponendole in posizione finale di periodo. Data la sua attenzione nei confronti della tradizione volgare, le accetta senza particolari censure, sebbene siano neo-formazioni volgari. Ne attenua l'evidenza (in quanto neo-formazioni volgari) separando l'ausiliare dal participio passato. Le evita in quanto neo-formazioni volgari sostituendo al passato prossimo il passato remoto. Lezione 032 01. Che cosa connota, dal punto di vista del genere epistolare, la Lettera proemiale?. La divisione in differenti sezioni (argomentativa, storico-critica e conclusiva). La stretta connessione fra le differenti sezioni in cui la Lettera si divide. L'uso del tu. L'iniziale allocuzione al destinatario e il saluto finale. 02. A quale categoria principale appartengono le parole che escono in -anzia, -enzia nella prosa del Poliziano?. A termini filosofici. A termini giuridici. Ai nomi astratti. Ai nomi concreti. 03. L'adozione del campo metaforico delle arti figurative nella sezione storico-critica della "Lettera proemiale" alla "Raccolta Aragonese" di Poliziano. discende dalla tradizione retorica latina. è un tratto critico tradizionale. è un tratto critico nuovo e moderno. discende dalla tradizione retorica medievale. 04. Quale dei seguenti tratti sintattico-stilistici non compare nella prosa del Poliziano?. Iterazione della congiunzione "e" e "né" davanti ad entrambi i termini di una dittologia. Iterazione della congiunzione "e" e "né" davanti ad entrambi i termini di una dittologia. Tematizzazione. Costruzione alla latina delle subordinate oggettive e soggettive implicite. Lezione 034 01. Indicate l'affermazione errata. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché il loro autore era un intellettuale di prestigio indiscusso. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché proponendo come modello della poesia Petrarca andava incontro al petrarchismo inaugurato nel secondo Quattrocento e che in quegli anni raggiungeva il proprio apogeo. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché l'impianto arcaizzante che esse proponevano forniva una regola certa e immobile. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo ebbero fortuna perché l'autore era fiorentino. 02. Quale dei seguenti fattori storici contribuì e rafforzò l'esigenza di una norma linguistica nel Cinquecento?. L'aspirazione ad un'unità politica italiana. Le invasioni francesi e spagnola alle quali si sentiva l'esigenza di opporre una precisa identità linguistica italiana. La scoperta prima e la diffusione poi della stampa a caratteri mobili. Un pubblico sempre maggiore di dotti. 03. La prima grammatica dell'italiano, dopo quella di Leon Battista Alberti, si deve a. Pier Francesco Giambullari. Lionardo Salviati. Pietro Bembo. Giovan Francesco Fortunio. 04. La grammatica del Fortunio non riscosse particolare successo perché. di prevalente impianto filologico. andava contro il processo di konéizzazione iniziato nel Quattrocento a favore del tosco-fiorentino. aveva un impianto scarsamente normativo e non affrontava le questioni ortografiche. l'autore era un friulano. 05. Le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo furono pubblicate. nel 1555. nel 1525. nel 1535. nel 1540. 06. Quali erano le caratteristiche delle "Regole" del Fortunio? Indicate la risposta errata. Prescindeva dalla questione dei modelli letterari. La descrizione del volgare era modellata sulle categorie della grammatica del latino. Aveva un frte impianto filologico, tanto da discutere dela correttezza o meno di una lezione. Dedicava molto spazio al problema ortografico. Lezione 035 01. Nella polemica sul ciceronianesimo. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore dell'unicità dei modelli latini da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore dell'unicità dei modelli letterari da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Agnolo Poliziano, a favore della massima libertà dei modelli letterari da imitare. Pietro Bembo assunse posizioni analoghe a quelle avanzate nel secolo precedente da Paolo Cortesi, a favore dell'unicità dei modelli latini da imitare. 02. Indicate l'associazione errata fra posizione teorica nel dibattito linguistico cinquecentesco e suo esponente. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Baldassar Castiglione; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Vincenzo Calmeta; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Benedetto Varchi; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. teoria arcaizzante > Pietro Bembo; teoria cortigiana > Gian Giorgio Trissino; teoria fiorentinista > Niccolò Machiavelli. 03. Nelle Prose della volgar lingua Pietro Bembo fa dire al fratello Carlo. che non è un vantaggio conoscere il fiorentino come lingua materna per saper ben scrivere fiorentino. che è un vantaggio essere fiorentino per saper parlare fiorentino. che è un vantaggio conoscere il fiorentino come lingua materna per saper ben scrivere fiorentino. che non è un vantaggio essere fiorentino per saper parlare fiorentino. 04. La confutazione di Pietro Bembo della teoria cortigiana verte. sulla mancanza di prestigio letterario della lingua di conversazione nelle corti. sulla fiorentinità solo parziale della lingua delle corti. sulla mancanza di modelli letterari che autorizzino la lingua cortigiana. sulla mancanza di uniformità della lingua delle corti, che ne determina la difficoltà di essere insegnata ed appresa. 05. La teoria cortigiana fu sostenuta per la prima volta. da Vincenzo Colli detto il Calmeta. da Gian Giorgio Trissino. da Baldassarre Castiglione. Da Dante Alighieri. 06. La polemica relativa alla imitatio sul versante latino aveva visto contrapposti. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Giovan Francesco Pico, nel Cinquecento Paolo Cortesi e Pietro Bembo. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Paolo Cortesi, nel Cinquecento Giovan Francesco Pico e Pietro Bembo. nel Quattrocento Agnolo Poliziano e Pietro Bemboi, nel Cinquecento Paolo Cortesi e Giovan Francesco Pico. nel Quattrocento Giovan Francesco Pico e Paolo Cortesi, nel Cinquecento Agnolo Poliziano e Pietro Bembo. 07. Chi ci tramanda notizia del contenuto dei libri perduti di Vincenzo Colli detto il Calmeta?. Carlo Lenzoni. Pietro Bembo. Niccolò Machiavelli. Gian Giorgio Trissino. 08. Chi fu il rappresentante del ciceronianesimo nella disputa cinquecentesca sull'imitazione?. Giovan Grancesco Pico. Paolo Cortesi. Agnolo Poliziano. Pietro Bembo. 09. Chi fu il rappresentante del ciceronianismo nella disputa quattrocentesca sull'imitazione?. Giovan Francesco Pico. Agnolo Poliziano. Paolo Cortesi. Pietro Bembo. 10. Per Pietro Bembo. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale, presente nel Trecento, ma non puù presente nel fiorentino successivo. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale come lingua parlata e scritta. il prestigio del fiorentino dipende sia dalla sua eccellenza naturale sia dal prestigio delle Tre Corone. il prestigio del fiorentino è il risultato della precedente tradizione letteraria. Lezione 036 01. Qual è il significato che il lettori del Cinquecento dettero del "De vulgari eloquentia" dantesco?. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di linguistica (piuttosto che come un trattato di poetica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria cortigiana. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di poetica (piuttosto che come un trattato di linguistica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria cortigiana. primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di linguistica (piuttosto che come un trattato di poetica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria arcaizzante. I primi lettori cinquecenteschi lo intesero come un trattato di linguistica (piuttosto che come un trattato di poetica), e, adattandolo alle questioni allora vive, lo intesero come una conferma della teoria fiorentinista. 02. Quando fu composto e qual è l'argomento di partenza del "Discorso intorno alla nostra lingua" di Niccolò Machiavelli?. Nel 1513; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione di volgare. Nel 1513; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione toscana. Nel 1524; come si dovesse denominare la lingua in cui hanno scritto le Tre Corone: fiorentina, toscana o italiana, optando per la denominazione fiorentina. Nel 1525; corregge l'interpretazione del "De vulgari eloquentia" chiamando in causa lo stesso Dante. 03. Per Machiavelli. il prestigio del fiorentino è il risultato della precedente tradizione letteraria. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale, presente nel Trecento, ma non puù presente nel fiorentino successivo. il prestigio del fiorentino dipende sia dalla sua eccellenza naturale sia dal prestigio delle Tre Corone. il prestigio del fiorentino dipende dalla sua eccellenza naturale come lingua parlata. 04. Chi riscoprì, nel primo decennio del Cinquecento, il "De vulgari eloquentia" dantesco?. I partecipanti alle discussioni degli Orti Oricellari. Lodovico Castelvetro. Gian Giorgio Trissino. Vincenzo Colli. 05. La posizione di Niccolò Machiavelli all'uscita delle Prose della volgar lingua fu. di accettazione della teoria bembiana. in un primo tempo fu favorevole, poi, dopo la scrittura del Discorso, contrario. di ironica ma netta opposizione. di accettazione della posizione bembiana pur con notevoli distinguo. 06. Niccolò Machiavelli sosteneva. l'eccellenza letteraria del fiorentino stabilita dalle Tre Corone nel Trecento. l'eccellenza intrinseca del fiorentino e proponeva la sua adozione nella varietà parlata a lui contemporanea. l'eccellenza della lingua scritta su quella parlata. l'eccellenza della lingua parlata su quella scritta. Lezione 037 01. Quale dei seguenti elementi fono-morfologici del fiorentino argenteo non troviamo nel De principatibus?. Velarizzazione di l preconsonantica. Riduzione del dittongo dopo consonante + r. Passaggio da /skj/ a /stj/. L'esito palatale -gli < -lli. 02. La presenza dei tratti del fiorentino argenteo nel De principatibus è maggiore. nella fonetica. nella sintassi. nello stile. nella morfologia. 03. I pronomi soggettivi "gli" e "la" (per "egli" e "ella") che compaiono in Machiavelli. sono forme epitetiche. sono forme sincopate. sono forme apocopate. sono forme aferetiche. 04. Indicate quale di queste forme non è un latinismo lessicale. accidenti. lasciare. estrinseco. suppellettile. 05. Indicate quale di queste forme non è un latinismo fonetico. antiquo. clausule. osservato. facultà. 06. In Machiavelli. il sistema degli articoli maschili è simmetrico: le forme antiche non vengono soppiantate da quelle moderne né nel singolare né nel plurale. il sistema degli articoli maschili è asimmetrico: la forma innovativa soppianta l'antica nel singolare, la forma moderna è minoritaria nel plurale. il sistema degli articoli maschili è simmetrico: le forme innovative soppiantano le antiche nel singolare e nel plurale. il sistema degli articoli maschili è asimmetrico: la forma innovativa non soppianta l'antica nel singolare, la forma moderna è esclusiva nel plurale. 07. Indicate quale di queste forme non compare o è minoritaria nella prosa di Machiavelli. fussi (anziché fossi). el (anziché il). pronomi e aggettivi possessivi plurali indeclinabili (mia, tua, sua anziché miei/mie, tuoi/tue, suoi/sue)). arò (anziché avrò). 08. Indicate quale dei seguenti tratti innovativi del fiorentino argenteo non compare nella prosa del Machiavelli. Riduzione del dittongo dopo consonante + r. Uscita in -e dei femminili della III classe latina dei nomi e della II classe degli aggettivi. Desinenza -ono per la III pers. plurale del presente e imperfetto dell'indicativo. Velarizzazione di "l" preconsonantica. Lezione 038 01. L'ambito metaforico cui ricorre Machiavelli di preferenza. attinge agli astratti. è simbolico. attinge al mondo vegetale. è realistico e concreto. 02. Come abbiamo definito la frequente ricorrenza nello stile machiavelliano della disgiuntiva ("o ... o"). parallelismo definitorio. antitesi classificatoria. iterazione classificatoria. struttura binaria. 03. In Machiavelli la sequenza dei pronomi atoni. alterna il modello antico (compl. ogg. + compl. indiretto) al modello più recente (compl. indiretto + compl. ogg.). alterna il modello antico (compl. ogg. + compl. indiretto) al modello più recente (compl. indiretto + compl. ogg.), ma con verbo impersonale la particella pronominale precede direttamente il verbo. si adegua al modello antico compl. ogg. + compl. indiretto. si adegua al modello più recente compl. indiretto + compl. oggetto. 04. Il latineggiamento della lingua di Machiavelli va addebitato. alla ricerca di quelli che lui stesso chiama "lenocinii" e "ornamenti". ad un interesse antiquario. ad uno spiccato gusto retorico. alla sua formazione culturale. 05. In antico la sequenza dei pronomi atoni. è compl. ogg. + compl. indiretto. è indifferente. dipende dal contesto. è compl. indiretto + compl. ogg. 06. Indicate quale dei seguenti tratti stilistici non fa parte dello stile machiavelliano. è una lingua spontanea e molto semplice dal punto di vista sintattico e retorico. è una lingua spontanea e viva, non esente però da latinismi fonetici e sintattici. è una lingua che esprime la volontà di classificare e distinguere la realtà attraverso continui correttivi introdotti da ma. è una lingua che esprime la volontà di razionalizzare e categorizzare la realtà attraverso antitesi classificatorie (uso della disgiuntiva o). 07. La parziale adesione alle regole della legge Tobler-Mussafia da parte di Machiavelli è da interpretarsi. come adesione consapevole ad un tratto caratteristico della tradizione. come un arcaismo. come un superamento della tradizione municipale. come un'innovazione. 08. La legge Tobler-Mussafia è rispettata nel De principatibus. dopo e e dopo ma. solo all'inizio di principale preceduta da subordinata. in inizio assoluto di periodo e dopo ma. in inizio assoluto di periodo e dopo e. 09. Nell'uso dell'art. masch. la prosa del De principatibus di Machiavelli. mostra la predominanza della forma tradizionale il mai completamente soppiantata da el. mostra la predominanza dell'innovazione el che ha ormai quasi definitivamente soppiantato il. mostra la parità nell'uso di el e il. mostra la predominanza della forma tradizionale el mai completamente soppiantata da il. 10. Indicate la risposta errata. Gli elementi del parlato presenti nella lingua di Machiavelli sono. l'accordo a senso. i deittici (in particolare "qui" e "tu"). le formule di cortesia. la ridondanza pronominale. 11. In Machiavelli. non compare più la legge Tobler-Mussafia. compare solo in posizione iniziale assoluta di periodo. la legge Tobler-Mussafia non compare più solo in una principale preceduta da subordinata. la legge Tobler-Mussafia non compare più in una principale preceduta da subordinata e dopo "ma". Lezione 039 01. Nella prosa di Machiavelli. la legge Groeber è rispetta in maniera oscillante. la legge Groeber è sistematicamente rispettata. la legge Groeber è rispetta in maniera minoritaria e occasionale. la legge Groeber non è più rispettata. Lezione 040 01. Lionardo Salviati trasformò la teoria di Bembo. ampliando il canone anche ad autori minori del Trecento. prendendo in considerazione anche il fiorentino vivo. prendendo in considerazione anche la lingua del Duecento. prendendo a modello la lingua di Dante. 02. Nel 1542 la trasformazione dell'Accademia degli Umidi in Accademia Fiorentina. fu un'evoluzione interna all'Accademia sempre più interessata ad aspetti politici e linguistici di supremazia di Firenze. fu voluta da Lionardo Salviati che mirava alla redazione di una grammatica scritta da fiorentini. fu voluta da Cosimo I come strumento di autopromozione politica e linguistica. fu voluta da Lionardo Salviati che mirava alla redazione di un vocabolario fiorentino. 03. Indicate quale delle seguenti affermazioni è vera. Nell'Accademia Fiorentina si fronteggiavano tendenze classicheggianti e filobembiane come quella di Pier Francesco Giambullari e tendenze filofiorentine come quella di Benedetto Varchi. Nell'Accademia Fiorentina si fronteggiavano tendenze classicheggianti e filobembiane come quella di Benedetto Varchi e tendenze filofiorentine come quella di Pier Francesco Giambullari. Nell'Accademia Fiorentina tutti i membri erano convinti asserori della eccellenza del fiorentino contemporaneo. Nell'Accademia Fiorentina tutti i membri erano convinti assertori della tesi arcaizzante e classicheggiante del Bembo. 04. Quando nasce la "brigata dei Crusconi" (poi Accademia della Crusca)?. 1542. 1584-1586. 1582. 1612. 05. Il Salviati sosteneva. la sovranità dell'uso parlato, educato però tramite l'esercizio letterario. la sovranità dell'uso, la priorità del parlato nel funzionamento della lingua, la purezza del fiorentino. la sovranità dell'uso letterario limitato però alle scritture degli autori fiorentini che avevano esaltato la purezza del loro volgare. la sovranità dell'uso letterario, il maggior prestigio dello scritto sul parlato, la purezza del fiorentino. 06. Indicate la risposta errata. Secondo il volere di Cosimo I granduca di Toscana l'Accademia Fiorentina. avrebbe dovuto patrocinare l'uso del volgare anche per la scienza. avrebbe dovuto patrocinare l'uso del volgare tramite i volgarizzamenti. avrebbe dovuto svolgere i suoi lavori all'interno della corte evitando il contatto con il popolo indotto. avrebbe dovuto stendere una grammatica del fiorentino. 07. A quale data Cosimo I granduca di Toscana trasformò l'Accademia degli Umidi in Accademia Fiorentina?. 1540. 1542. 1582. 1559. 08. Indicate la risposta errata. Anche dal punto di vista linguistico è utile annettere il secondo Cinquecento al Seicento, caratterizzati dalla nascita delle Accademie (rispettivamente della Crusca e dell'Arcadia). Anche dal punto di vista linguistico è utile annettere il secondo Cinquecento al Seicento, caratterizzati dal punto di vista culturale dal Manierismo e rispettivamente dal Barocco contrapposti al razionalismo primo-cinquecentesco. Anche dal punto di vista linguistico è utile annettere il secondo Cinquecento al Seicento, perché entrambi contraddistinti dal Manierismo e dal Barocco. Anche dal punto di vista linguistico è utile annettere il secondo Cinquecento al Seicento, durante i quali furono fortissimi gli effetti del Concilio di Trento. 09. Qual è la data della fine del Concilio di Trento?. 1517. 1559. 1560. 1563. 10. Quale delle seguenti affermazioni non è contenuta nell'Orazione in lode della fiorentina favella di Lionardo Salviati?. alle lingue per imporsi non bastano le virtù naturali né un'illustre tradizione letteraria. a Firenze l'Accademia Fiorentina rappresenta il luogo e l'occasione per rendere consapevole la città del valore della propria lingua. il fiorentino possiede sia virtù naturali sia una illustre tradizione letteraria. i Fiorentini non avevano bisogno dell'intervento del veneziano Pietro Bembo per accorgersi dell'eccellenza del proprio volgare. Lezione 041 01. Quali sono le edizioni del Vocabolario della Crusca che il Bartoli poté utilizzare?. Le edizioni I-IV. La I e la II edizione. Le prime tre edizioni. La prima edizione. 02. L'influsso dello spagnolo sulla lingua italiana. era già iniziato nel Quattrocento con la dominazione aragonese nel Sud d'Italia, ma riceve nuovo impulso nella seconda metà del Cinquecento. era già iniziato nel Quattrocento con la dominazione nel Nord d'Italia, ma riceve nuovo impulso nel primo Cinquecento. era già iniziato nel Quattrocento con la dominazione aragonese nel Nord d'Italia, ma riceve nuovo impulso nella seconda metà del Cinquecento. era già iniziato nel Quattrocento con la dominazione nel Sud d'Italia, ma riceve nuovo impulso nel primo Cinquecento. 03. Con la pace di Cateau-Cambrésis. del 1563 inizia il periodo di dominazione francese in Italia. del 1565 inizia il periodo di dominazione aragonese in Italia. del 1559 inizia il periodo di dominazione aragonese in Italia. del 1559 inizia il periodo di dominazione spagnola in Italia. 04. Indicate la risposta errata. Nel Seicento, per effetto delle dottrine del Concilio di Trento la lingua della predicazione è sempre più vicina alle parlate locali. Nel Seicento la messa viene per la prima volta recitata in volgare. Nel Seicento si assiste all'inizio della scrittura dei trattati scientifici in volgare. Nel Seicento si assiste all'inizio dell'insegnamento universitario in volgare. 05. Individuate l'affermazione errata fra quelle proposte. La terza edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca cominciò a segnalare come tali gli arcaismi e accolse anche termini della scienza e della tecnica. La seconda edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca fu sostanzialmente una ristampa della prima edizione. La terza edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca fece tesoro delle reazioni degli oppositori rendendo meno rigido il canone degli autori spogliati. Fin dalla seconda edizione il Vocabolario degli Accademici della Crusca mutò profondamente la sua natura. 06. I più importanti oppositori o critici dell'impostazione linguistica dell'Accademia della Crusca nel Seicento furono. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli. Paolo Beni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi. Paolo Beni, Alessandro Tassoni, Carlo Maria Maggi. Alessandro Tassoni, Daniello Bartoli, Carlo Maria Maggi. 07. Il Vocabolario degli Accademici della Crusca. fu redatto dando seguito ad una esplicita richiesta del Granduca. fu redatto per esclusiva volontà degli Accademici che individuarono autonomamente il corpus dei testi da spogliare. fu redatto autonomamente dagli Accademici utilizzando spogli di Lionardo Salviati. fu redatto dando corpo ad un progetto e a un'impostazione filologica e linguistica di Lionardo Salviati. 08. La prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca uscì nel. 1612. 1623. 1582. 1691. 09. La reazione alla norma impostata esclusivamente su base fiorentina si manifestò nel Seicento. con il risorgere del latino nella predicazione. con la nascita del barocco. con la nascita della poetica della meraviglia. con la rinascita in sede letteraria del dialetto. 10. Qual è l'atteggiamento di Lionardo Salviati nei confronti dei latinismi?. Di parziale accettazione, come opzione linguistica sempre possibile in italiano. Di rifiuto, perché contrassegnano la decadenza del fiorentino aureo durante l'Umanesimo del Quattrocento. Di accettazione perché esprimenti le origini neolatine del fiorentino. Di parziale accettazione, come male inevitabile. 11. Cosa sono gli "Avvertimenti della lingua sopra 'l Decamerone"?. Un'opera in cui Lionardo Salviati, a margine della lingua di Boccaccio che aveva studiato in occasione della "rassettatura" del Decameron del 1582, affrontava questioni grammaticali, ma anche più generali relative al dibattito linguistico coevo. Un'operetta breve e non sistematica su questioni filologiche relative al "Decameron" stesa da Lionardo Salviati. Un'operetta breve e non sistematica su questioni filologiche relative al "Decameron" stesa da Vincenzio Borghini. Un'opera in cui Vincenzio Borghini, a margine della lingua di Boccaccio che aveva studiato in occasione della "rassettatura" del Decameron del 1572, affrontava questioni grammaticali, ma anche questioni più generali relative al dibattito linguistico coevo. 12. All'interno dell'Accademia Fiorentina chi rivendicava il prestigio del fiorentino contemporaneo anche parlato?. Pier Francesco Giambullari. Benedetto Varchi. Pier Francesco Giambullari e Giovan Battista Gelli. Pier Francesco Giambullari e Benedetto Varchi. 13. Fra il secondo Cinquecento e il Seicento si assiste ad un generale mutamento nella funzionalità d'uso del volgare rispetto al latino. nella lingua della liturgia, nella lingua utilizzata nelle lezioni universitarie, nella lingua utilizzata per i trattati di carattere scientifico. nella lingua della predicazione, nella lingua utilizzata nelle lezioni universitarie, nella lingua utilizzata per i trattati di carattere morale. nella lingua della predicazione, nella lingua utilizzata nelle lezioni universitarie, nella lingua utilizzata per i trattati di carattere scientifico. nella lingua della predicazione e nella lingua utilizzata nella liturgia. 14. Indicate l'affermazione errata. Il Concilio di Trento impose. che la lingua della predicazione abbandonasse la pratica del mescidamento linguistico fra latino e volgare. che la lingua della predicazione si ispirasse ad un nuovo spirito di evangelizzazione. che la lingua della predicazione fosse il latino. che la lingua della predicazione adottasse uno stile chiaro ma anche sostenuto e nobile. Lezione 042 01. "Il torto e il diritto del non si può" è. un vero e proprio trattato grammaticale. un insieme di considerazioni che valutano il grado di affidabilità di forme accolte nel Vocabolario della Crusca. un'opera di linguistica di carattere sistematico. un insieme di considerazioni relative agli autori spogliati per redigere il Vocabolario della Crusca. 02. Qual è la posizione linguistica espressa dal Bartoli ne Il torto e il diritto del non si può?. Lungi da da essere fautore cieco dei dettami della Crusca, ritiene però utile seguire una norma univoca di cui la Crusca è il garante. Lungi da una preconcetta avversione ai dettami della Crusca, il Bartoli mette in guardia dai rischi di assolutizzare ciò che si può o non si può scrivere, stabiliti sulla base di una documentazione non esaustiva. Le scritture devono essere ispirate ai dettami della grammatica e rispettose di ciò che si può o non si può scrivere. Le scritture si devono adeguare ai dettami della grammatica (il 'non si può'), ma il parlato ha maggiori libertà. 03. La produzione letteraria di Daniello Bartoli. comprende opere di carattere licenzioso. comprende opere di carattere ameno. comprende opere di carattere filosofico e scientifico. comprende opere di carattere storiografico, retorico, linguistico e scientifico. 04. Quali sono le opere di interesse linguistico scritte da Daniello Bartoli?. "Il torto e il diritto del non si può" e la "Ricreazione del savio". Il "Trattato di ortografia" e una grammatica dell'ìitaliano. "Il torto e il diritto del non si può", un "Trattato di ortografia", e, relativa alla privata attività di scrittore, la "Selva di parole" rimasta inedita fino a poco tempo fa. "Il torto e il diritto del non si può" e gli "Avvertimenti della lingua sopra 'l Decamerone". Lezione 043 01. Individuate quale fra i seguenti tratti fonetici non compare nella prosa del Bartoli. tratti 'arcaici' dal punto di vista fonetico come la conservazione del dittongo dopo consonante + r. rispetto della regola del dittongo mobile. conservazione esclusiva del nesso latino di consonante + l. latinismi fonetici sebbene non particolarmente marcati. 02. Individuate quale fra i seguenti tratti morfologici non compare nella prosa del Bartoli. L'uscita in -e dei nomi femminili della III classe latina. Desinenze -ano e -ono per le III persone pl. del presente indicativo a seconda che si tratti della I coniugazione o delle coniugazioni II e III. Uscita in -a della I persona dell'imperfetto. L'articolo il. 03. Dall'analisi delle occorrenze lessicali nel brano della Ricreazione del savio di Daniello Bartoli possiamo desumere. una ampia indipendenza da quanto registrato nel Vocabolario degli Accademici della Crusca. una integrale fedeltà del Bartoli a quanto è registrato nelle due edizioni del Vocabolario degli Accademici della Crusca che egli poté consultare. una sostanziale indifferenza nei confronti della precedente attività lessicografica. una sostanziale fedeltà al lessico toscano registrato nel Vocabolario degli Accademici della Crusca pur con un aggiornamento che attesta non cieca sottomissione. 04. Indicate la risposta errata. La lingua del Bartoli dimostra la vittoria della tesi arcaizzante del Bembo. utilizzando l'uscita in -e dei plurali femminili della III declinazione latina dei nomi e della II declinazione latina degli aggettivi. rispettando la regola del dittongo mobile. conservando i dittonghi dopo palatale e dopo consonante + r. accettando forme come "lieva" e "siegua". 05. Come si spiega la presenza del dittongo in sillaba atona nella forma "primieramente"?. Con l'ascendenza francese del dittongo e soprattutto con la consapevolezza della natura di composto degli avverbi in -mente (nel primo elemento il dittongo era sotto accento). Con la regola del dittongo mobile. Per estensione analogica dato che Bartoli usa anche "primiera". Con le regole del dittongamento toscano. Lezione 044 01. Rispetto alle edizioni del Vocabolario della Crusca che egli poté consultare, il lessico di Daniello Bartoli. mostra anticipazioni rispetto alla I edizione. mostra anticipazioni rispetto alla II edizione. mostra anticipazioni rispetto alla IV edizione. mostra anticipazioni rispetto alla III edizione. 02. Individuate la risposta errata. Nella prosa del Bartoli l'enclisi a forme finite del verbo avviene di preferenza in presenza di forme verbali monosillabiche. Nella prosa del Bartoli l'enclisi è sostanzialmente libera e soggiace a scelte di tipo stilistico. Nella prosa del Bartoli l'enclisi è molto frequente dopo infinito dato l'alto numero di occorrenze di questo modo verbale. Nella prosa del Bartoli il rispetto della legge Tobler-Mussafia è assoluto in tutte le condizioni. Lezione 045 01. Indicate la risposta errata. Qual è la situazione dell'enclisi nella prosa di Daniello Bartoli?. Sostanzialmente coincidente con le condizioni moderne (enclisi dopo modi infiniti e dopo imperativo). L'occasionale adesione alle condizioni della legge Tobler-Mussafia è motivata da ragioni contestuali (forme monosillabiche toniche e polisillabi ossitoni). L'occasionale adesione alle condizioni della legge Tobler-Mussafia è motivata da ragioni contestuali (forme monosillabiche atone e polisillabi parossitoni). E' possibile dopo avverbi. 02. In quale modo è possibile distinguere il valore nominale dal valore verbale di infiniti e participi?. Sulla base dell'associazione o meno dell'articolo o della preposizione articolata al participio, della assenza o presenza di un elemento sintatticamente dipendente nel caso dell'infinito. Sulla base dell'associazione o meno dell'articolo o della preposizione articolata all'infinito, della assenza o presenza di un elemento sintatticamente dipendente nel caso del participio. Sulla base della collocazione nella frase. Sulla base del significato. 03. Indicate quale delle seguenti figure retoriche non è presente in maniera caratteristica e rilevante nella prosa del Bartoli. L'iterazione anche coniugata alla variatio. La metafora. Asindeto e polisindeto. L'antitesi anche nella forma dell'ossimoro. 04. Indicate quale, fra le seguenti caratteristiche, non può essere attribuita alla prosa di Daniello Bartoli. Presenza sporadica della risalita del clitico adottata come opzione di carattere stilistico. Presenza di infiniti e participi sostantivati. Prosa secca improntata al ragionamento e alla riflessione. Presenza di latinismi che tendono ad affiancare le forme non latineggianti come variante tecnicizzata. 05. In quale forma si presenta il parlato nella prosa di Daniello Bartoli?. Attraverso la retroazione. Attraverso la deissi. In forma mimetica, attraverso la prosopopea, mediante l'uso di interrogazioni, esclamazioni, interiezioni. Attraverso la presupposizione. 06. Cosa si intende per stile nominale?. La presenza di frasi prive del verbo non espresso esplicitamente o non replicato; il verbo omesso può essere rappresentato dagli ausiliari o da un verbo facilmente integrabile mentalmente sulla base del contesto. La presenza di frasi prive del verbo non espresso esplicitamente o non replicato; il verbo omesso può essere rappresentato dal verbo di esistenza e dagli ausiliari. La presenza di frasi prive del verbo non espresso esplicitamente o non replicato; il verbo omesso può essere rappresentato dal verbo "essere" o da un verbo facilmente integrabile mentalmente sulla base del contesto. La presenza di frasi prive del verbo, non espresso esplicitamente o non replicato; il verbo omesso può essere rappresentato dal verbo di esistenza, dagli ausiliari o da un verbo facilmente integrabile mentalmente sulla base del contesto. 07. Individuate la risposta errata. Nella prosa del Bartoli sono molto frequenti forme infinite del verbo, e in particolare il participio presente. Nella prosa del Bartoli è frequente lo stile nominale. Nella prosa del Bartoli sono molto frequenti gli infiniti sostantivati. Nella prosa del Bartoli sono molto frequenti i gerundi. 08. Individuate quale delle seguenti figure retoriche non compare nella prosa del Bartoli come elemento di coesione testuale. ellissi. anafora. figura etimologica. iterazione sinonimica. Lezione 047 01. Cosa si intende per ordine diretto e ordine inverso?. Per ordine diretto si intende la sequenza VCS dei costituenti della frase, per ordine inverso l'inversione fra V e C. Per ordine diretto si intende la sequenza SVC dei costituenti della frase, per ordine inverso l'inversione fra V e C. Per ordine diretto si intende la sequenza SVC dei costituenti della frase, per ordine inverso la loro libera disposizione (VCS, VSC, SCV, CSV, CVS). Per ordine diretto si intende la sequenza VSC dei costituenti della frase, per ordine inverso l'inversione fra V e C. 02. Il paragone con la Francia e il francese. innescò in Italia riflessioni importanti sul legame tra condizioni linguisitche e situazione politica. imbarbarì i costumi e la lingua italiana. determinò un tentativo vano di imitazione pedissequa delle condizioni politiche e culturali francesi. fu motivo di scoraggiamento e aumentò la dipendenza alla moda francesizzante. 03. Nel Settecento, il francese venne considerato 'lingua della ragione'. perché era stato descritto in diverse 'grammatiche ragionate. perché ammetteva ordini marcati diversi da quello diretto. perché era la lingua degli illuministi. perché ammetteva solo l'ordine diretto dei costituenti della frase. 04. Quali furono le condizioni storiche e culturali che incoraggiarono la moda francesizzante del Settecento italiano?. la fine del predominio spagnolo in italia per l'intervento militare francese. il lungo regno di Luigi XIV (il Re Sole). il prestigio politico e culturale della Francia e viceversa il frazionamento culturale e politico italiano. la nascita del romanzo in Francia. 05. Indicate quale delle seguenti affermazioni è giusta. Nella querelle des anciens et des modernes Racine sosteneva l'uguaglianza di natura fra antichi e moderni. Nella querelle des anciens et des modernes Jean Racine sosteneva la superiorità dei moderni in fatto in fatto di letteratura e di poesia. Nella querelle des anciens et des modernes Bernard de Fontenelle sosteneva l'uguaglianza fra antichi e moderni. Nella querelle des anciens et des modernes Bernard de Fontenelle sosteneva l'uguaglianza di natura fra antichi e moderni, la superiorità dei moderni in fatto di scienza e filosofia, l'uguaglianza o la superiorità degli antichi in fatto di letteratura e di poesia. 06. Indicate quale delle seguenti affermazioni è falsa. Nella polemica fra Dominique Bouhours e Gioseffo Felice Orsi l'italiano e il francese furono caratterizzati il primo come incline a libertà sintattica e disponibile all'ordine inverso, il secondo come incline alla fissità sintattica stabilita da un ordine diretto che il Bouhours considerava naturale. Nella polemica fra Dominique Bouhours e Gioseffo Felice Orsi il secondo qualificò l'ordine inverso come segno di propensione di una lingua all'espressione dell'immaginazione, l'ordine diretto come segno di propensione di una lingua all'analisi. Nella polemica fra Dominique Bouhours e Gioseffo Felice Orsi il primo condannava tutta la tradizione letteraria italiana, in difesa della quale il secondo scrisse le Considerazioni sopra un famoso libro franzese. Nella polemica fra Dominique Bouhours e Gioseffo Felice Orsi il primo condannava l'artificiosità della letteratura italiana barocca, ma in difesa delle libertà sintattiche dell'italiano scesero, oltre all'Orsi, Ludovico Antonio Muratori e Anton Maria Salvini. 07. Indicate la risposta errata. Quali sono le condizioni socio-politiche che facilitarono l'influsso del francese in Italia dall'inizio del Settecento. gli importanti rapporti commerciali o gli scambi di varia natura fra alcune città italiane e la Francia. il prestigio letterario di Racine e Corneille. l'insediamento in Toscana, a Napoli e nella Savoia di principi francesi o filofrancesei. la fine della dominazione spagnola con la pace di Utrecht. 08. Fontenelle sosteneva. la superiorità degli antichi in fatto di letteratura, ma la cultura moderna superava l'antica per quanto riguarda la scienza e la filosofia. la superiorità della cultura moderna. la superiorità della cultura antica. la superiorità degli antichi in fatto di scienza e filosofia, ma la cultura moderna superava l'antica per quanto riguarda la letteratura e la poesia. Lezione 048 01. La polemica Orsi-Bouhours. innescò una riflessione positiva sulla natura delle lingue e i loro differenti caratteri intrinseci (il "genio delle lingue"). inasprì gli animi. innescò una riflessione positiva sulla natura delle lingue fondando la linguistica generale. creò tensioni diplomatiche fra Italia e Francia. 02. Quale dei seguenti intellettuali non scese in campo per difendere la posizione dell'Orsi contro il Bouhours?. Francesco Algarotti. Anton Maria Salvini. Eustachio Manfredi. Ludovico Antonio Muratori. 03. A quale periodo risale la polemica Bouhours-Orsi?. Al primo decennio del XVIII secolo. Alla metà del XVIII secolo. All'ultimo decennio del XVII secolo. Alla metà del XVII secolo. 04. Indicate la risposta errata. Francesco Algarotti mostrava come in Italia l'Accademia della Crusca, non essendo un organo istituzionale, non aveva potuto svolgere la medesima funzione dell'Académie française. Francesco Algarotti affermò la superiorità dell'Accademia della Crusca sull'Académie française in quanto la prima aveva costruito con il Vocabolario un tesoro della tradizione letteraria italiana. Il paragone fra Académie française e l'Accademia della Crusca evidenziava nelle due istituzioni finalità divergenti: rivolta verso il futuro la prima, verso il passato la seconda. Francesco Algarotti individuava nell'Académie Française un importante istituto di regolamentazione e promozione della lingua e della letteratura francesi. |